In letteratura, l’eiaculazione precoce è citata come “la più comune tra le disfunzioni sessuali maschili”, un problema riscontrato tra gli uomini di tutti i livelli socio-economici.
L’eiaculazione precoce non è sempre definibile come una malattia, ma bensì nella stragrande maggioranza dei casi è una caratteristica fisiopatologica congenita. In pratica si nasce con questa attitudine ad essere un po’ più veloci! Nulla di grave se contestualizzata in altre epoche in cui grazie al pudore (maschile e femminile) ed alla mancanza di riferimenti spesso non veniva percepita come un problema.
Oggi, con la comunicazione globale ed i media è diventato inevitabile confrontarsi con i modelli spesso sbagliati ed esagerati che ci vengono presentati dal mondo di internet. Ciò che invece manca è la consapevolezza che la maggior parte delle persone vive una sessualità molto diversa ed in genere più semplice, da quella che viene presentata su internet.
Attualmente l’eiaculazione precoce non rappresenta solamente la disfunzione sessuale più frequente nel mondo maschile, ma anche il disturbo sessuale più difficilmente decifrabile in termini medico-scientifici.
Inutile negare che l’eiaculazione precoce sia un disturbo chiaro a tutti, ma contemporaneamente assai complesso da definire nei termini più giusti.
Questa “condizione”, se percepita come malattia fisica e psicologica, avrà un’inevitabile ripercussione sulla qualità del rapporto intimo di coppia.
Imparare a conoscerla e riconoscerla ed affrontarla nel modo adeguato è la chiave di volta per riuscire a costruire un rapporto di coppia sereno.
Nell’eiaculazione precoce l’uomo è incapace di mantenere un certo self-control volontario sul proprio riflesso eiaculatorio: si tratta di un problema molto sentito dal “sesso forte”, poiché, raggiunto l’orgasmo dopo una breve eccitazione sessuale, l’uomo non è più in grado di soddisfare la propria partner.
INCIDENZA
L’eiaculazione precoce rappresenta una condizione assai diffusa nella sfera maschile. Si stima infatti che all’incirca il 25-40% degli uomini soffra di questo spiacevole disturbo. In altre parole, all’incirca un uomo su tre lamenta problemi di eiaculazione precoce.
INQUADRAMENTO GENERALE DEL DISTURBO
L’inquadramento dell’eiaculazione precoce appare complesso perché è estremamente vario e influenzato da numerosi fattori psicologici, sociali, culturali, ambientali, ecc.
Alcuni autori inquadrano l’eiaculazione precoce in termini di spinte, che esprimono i movimenti coitali utili al raggiungimento dell’orgasmo; per altri autori, l’eiaculazione precoce dev’essere stabilita considerando il tempo che intercorre tra la penetrazione e l’eiaculazione.
In generale, in letteratura, si tende a quantificare il tempo che intercorre fra l’inizio della penetrazione ed il raggiungimento dell’eiaculazione. In questo caso avremo sostanzialmente due situazioni. Le eiaculazioni prima della penetrazione e le eiaculazioni in vagina, distinguendo quest’ultime in più o meno “gravi” a seconda del tempo di permanenza in vagina.
Appare evidente che questo schematismo non sia sempre applicabile e pertanto è sbagliato voler creare una tempistica precisa per definire l’eiaculazione precoce.
E’ inoltre importante ricordare che il “disturbo eiaculazione precoce” diventa un problema quando viene realmente percepito come tale all’interno del rapporto di coppia. In questo senso, a molti autori sfugge il concetto di “rapporto di coppia e sessualità di coppia” nella cui dimensione può essere accettato con serenità tutto. Anche un’eiaculazione veloce.
In conclusione, probabilmente, nessuna di queste teorie potrebbe essere considerata realmente valida per inquadrare il disturbo dell’eiaculazione precoce.
Da questi concetti si evince che non è possibile delineare una tempistica oggettiva circa l’eiaculazione precoce.
E’ invece importante come questo “tempo per l’eiaculazione“ viene vissuto nell’ambito del rapporto di coppia.
Nell’ambulatorio andrologico cercheremo insieme di capire il problema e nel caso si trattasse di eiaculazione precoce di trovare le soluzioni più adeguate.
Esistono diverse soluzioni che spaziano dalla terapia medica farmacologica sino ad un approccio comportamentale mirato.